sabato 12 marzo 2011

Ospedale di santa Sofia




Ho avuto la fortuna di visitarlo grazie alla cortesia di Mario Stampanone ( un signore di altri tempi).
Il fabbricato sorge ad angolo tra via Daunia e via Minuziano dov’è l’ingresso. Il fronte su via Minuziano fu ricostruito agli inizi del novecento con tre piani fuori terra. Dopo aver attraversato l’androne e un piccolo porticato con colonne e metope secondo lo stile greco classico si giunge nel cortile . Sulla parete di sinistra alcuni finestrini danno luce ed aria ai locali a piano terra con ingresso da via Daunia , al primo piano si trova un balconcino con soglia in pietra e mensole a forma di capitello. La parete di destra è formata da un corpo di fabbrica composto da due locali a piano terra con cantina sottostante.. Di fronte due arconi aperti sul cortile permettono al sole di illuminare una larga scalinata d’accesso al primo piano. Giunti sul pianerottolo oltre ai portoncini d’ingresso sono presenti sulla parete dei finestrini come spioncini di controllo. Le camere interne erano abbastanza buie le uniche stanze su via Daunia erano due stanzoni di cui la più grande misurava circa m.9 x 9 con una sola finestra. Chiesi al signor Stampanone il motivo della dimensione di quelle due stanze. La risposta fu semplice ed esplicativa: erano due camerate di ospedale , letti in fila sulle due pareti opposte e finestra sul fondo per illuminare quell'antico luogo di sofferenza. Il soffitto di questi stanzoni era coperto con un tavolato ricoperto da carta dipinta blu scuro con tante stelle, il tutto in stato di disfacimento totale con le tavole penzoloni trattenute alle travi del tetto da qualche chiodo. Sullo stesso pianerottolo un portoncino a due ante conduceva all’appartamento delle suore, pavimentato in cotto chiaro tenuto così bene da sembrare messo lì da poco. Dall’appartamento attraverso alcuni balconcini si poteva vedere il cortile ed il giardino verso est.
 . Verso la fine del settecento i locali dell’ospedale , trasferito altrove, divennero l’abitazione e lo studio del sig. Faiella , napoletano di origine e marito di una Messeri. La coppia senza figli vendette successivamente il fabbricato al notaio Pasquale Stampanone,nativo di Santa Croce di Magliano,che impiantò il proprio studio nei locali al piano terra ad angolo tra via Daunia e via Minuziano. Dopo l'allontanamento dell'ospedale alcune suore continuarono a vivere nell'appartamentino a fianco . Il giardino è attualmente delimitato da fabbriche in mattoni e da una murata in mattoni e pietre. La vegetazione prevalente è formata da alti cipressi, mentre al suolo si sviluppano dei tralci di vite secolari il cui diametro arriva fino a trenta centimetri. Da un lato, verso il “giro esterno” si nota un avvallamento   al cui interno si trova un piccolissimo fabbricato consistente nel solo piano terra. E’ quello che resta del fossato che un tempo circondava la città. Al piano terra la chiesetta di santa Sofia prendeva luce da due arcate, oggi murate, che affacciavano un tempo verso il giardino  ; sulla parete a destra rispetto all’ingresso si trova un altare in mattoni con cornici a stucco con i segni di un ovale vuoto . L’altare presenta una bocca da camino nella parte bassa. Il sig. Stampanone mi raccontò che durante l’ultima guerra molti sfollati trovarono asilo nei locali della chiesa e del contiguo refettorio. Per riscaldarsi trasformarono l’altare in camino bruciando il soffitto in legno a cassettoni dopo averlo divelto. Sotto la chiesa ( in cui si trova l’accesso) e il refettorio si trova  una modesta cantina in cui si trovano ancore le botti piene di vino (almeno fino all’anno 2000). Agli inizi del 900 la parte anteriore del fabbricato , quella su via Minuziano fu sopraelevata con due piani abitabili oltre il piano terra. Del fronte originale rimane tra via Daunia e via Minuziano solo il pilastro ad angolo, formato da blocchi di pietra di riuso tra cui alcuni provenienti da Roseto Valfortore (il verde di Roseto). Fino a poco tempo fa, prima di uscire nel giardino , in un angolo era appoggiata a terra una chiave d’arco in pietra lavorata con tanto di stemma ,appartenente con molta probabilità al portone antico prima che questo venisse demolito per la sopraelevazione.

Chiesetta di santa Sofia -lato verso il giardino-
(demolita il 23 maggio 2011)
Con strumento del notaio Centonza del 21 settembre 1570 l'ospedale di santa Sofia in uno con i suoi fondi di S. Rocco furono "traslati" in S. Antonio Abate.  ( Rapsodia di Matteo Fraccacreta, trascrizione a cura di P. Bruno e V. Russi in pubblicazione da GERNI editore).
Copertura della chiesetta di santa Sofia
(demolita il 23 maggio 2011)

altare di santa Sofia trasformato in camino durante l'ultimo conflitto
(demolito il 23 maggio 2011)


Vista del cortile dall'alto.
A destra l'ingresso della chiesetta di santa Sofia, di fronte l'ingresso alla scala  dell'ospedale
dipinto a tempera su carta al centro della volta di un locale

Stemma sulla chiave dell'arco del vecchio portone di accesso, demolito agli inizi del 900

balconcino con mensole in pietra sul lato a sinistra del cortile

un tratto delle mura verso il giardino
La finestra ed il balcone delle vecchie "camerate" si affacciano su via Daunia

Angolo del vecchio Palazzo Faiella, poi Stampanone. Il pilastro ad angolo in pietra si interrompe all'altezza del fabricato antico. La sopraelevazione è in mattoni.

Particolare dell'altare di santa Sofia.
Decorazione a stucco con l'ovale in cui un tempo era inserita l'immagine della santa


 cantina con botti sotto il fabbricato su via Minuziano
Camino all'esterno del fabbricato

Vista di una parete interna della chiesa.
Scalinata d'accesso all'antico ospedale di santa Sofia. In cima, di fronte, l'ingresso dell'ospedale, a destra l'ingresso dell'alloggio delle monache.